Il mare, oltre ad essere una entità naturale biologicamente indispensabile, rappresenta da sempre per l’uomo una passione. E’ insieme una meta e una sfida, una ricerca d’avventura, un desiderio di esplorazione, una speranza di fuga, un bisogno di pace, uno stimolo eccitante e unitamente una riscoperta di tranquillità.
Dal mare ha avuto origine la vita stessa. e l’incontro con il mare simboleggia ancora una rinnovata eccezionalità.
Andare per mare in barca a vela è un’esperienza di ancor più denso spessore.
L’accettare l’incontro/confronto con il mare è attraversare il mito. E’ ritrovarsi in una nuova dimensione fatta di spazi e di tempi diversi, tra l’oscurità dell’ignoto e la presenza del pericolo. Ma è anche opportunità di assaporare un ritmo più lento e dolce di vita, riscoprendo quali sono i limiti reali dell’esistenza, senza fuggirli, confrontandosi con la natura e con se stessi.
L’esperienza del mare fatta in barca a vela, dunque, è ricca di implicazioni dal punto di vista psicologico, anche se in letteratura scientifica è molto difficile trovarne una trattazione articolata e ben definita.
In Italia l’Ass. Mareaperto di Roma, nata nell’ Aprile del
Dal punto di vista psicologico esistono alcune peculiarità di questa straordinaria e suggestiva attività che è la vela, strettamente legate a dinamiche e processi umani. Proviamo a vederne qualcuna. L’incontro con il mare diventa incontro con le proprie profondità. L’esperienza della conduzione di una barca per rotte che assomigliano a quelle del quotidiano porta l’individuo a pensare di essere capace a condurre se stesso attraverso la navigazione più difficile che è la vita.
Poi in vela ci si deve confrontare con situazioni di pericolo, con imprevisti e stati di emergenza. Si deve saper prendere decisioni e risolvere problemi in condizioni a volte difficili. Si deve sopportare uno spazio ristretto chiuso e isolato da cui non esiste via d’uscita. Si deve vivere a stretto contatto con l’altro e insieme si deve collaborare per raggiungere un obbiettivo comune e condiviso: la navigazione e l’arrivo al prossimo porto! Ciò facilita la comunicazione interpersonale e stimola a riconoscere potenzialità relazionali sconosciute.
Ancora, tutti i velisti sanno bene che la vela è anche uno sport e una attività fisica faticosa dove si compiono degli sforzi fisici e si mette alla prova la tonicità, l’elasticità, la flessibilità del corpo, l’orientamento e l’equilibrio. Inoltre dal punto di vista sensoriale si è continuamente stimolati da un ambiente esterno invitante puro ed essenziale. Tutto ciò genera l’opportunità impareggiabile di una attenzione e di una concentrazione sul proprio corpo e sui propri vissuti emotivi.
Il mare è dunque un setting ambientale eccezionale, e la possibilità di viverlo da protagonisti in barca a vela costituisce un efficace mezzo di riabilitazione e di formazione, oltre che di potenziamento del proprio carattere.
Mareaperto annovera oggi molti soci (tra cui io) che credono con entusiasmo al valore riabilitativo e risocializzante del mare, ed è una bellissima realtà ed esempio italiano dove persone disabili e cosiddetti “normodotati” mettono insieme e integrano le loro forze per raggiungere i porti della solidarietà.
dott. Francesco Manuele Purita