Conosci

La vela per l’handicap fisico può sembrare un’impresa eccessiva, quasi una provocazione, una prova straordinaria per superare il disagio dovuto all’handicap, un tentativo per raggiungere la normalità attraverso un’impresa fuori dal comune (supernormale).

… oppure andare per mare, scegliere il mare come vita, come possibilità di espressione e non come sfida, questa semmai riguarda l’uomo, inteso come specie saldamente legata alla terra.

Se il mare è un linguaggio, le sue parole sono i sensi:”sentire” il vento e dargli una forma con una vela; è un corso ad immersione totale dove ciò che chiamiamo natura, ha una sua prepotente presenza. L’ambiente include il mezzo: la barca; e le nozioni tecniche da acquistare e le scelte operative, esito di una ulteriore mediazione ancora tra noi, il vento, il mare, l’imbarcazione.

Non tutti i ruoli richiedono agilità e forza, opportuni accorgimenti tecnici consentono a vari tipi di handicap, sensoriali e motori, di stare per esempio al timone e, nel caso della navigazione costiera, nuove mansioni si aggiungono: es. comunicazioni radio, meteorologia, determinazione della rotta. Anche nel caso di passeggero-spettatore non c’è mai una partecipazione passiva, proprio per la globalità dell’esperienza intesa sia in termini sensoriali che di relazione.

Se il mare è un linguaggio, le sue parole sono i sensi:”sentire” il vento e dargli una forma con una vela; è un corso ad immersione totale dove ciò che chiamiamo natura, ha una sua prepotente presenza. L’ambiente include il mezzo: la barca; e le nozioni tecniche da acquistare e le scelte operative, esito di una ulteriore mediazione ancora tra noi, il vento, il mare, l’imbarcazione. Non tutti i ruoli richiedono agilità e forza, opportuni accorgimenti tecnici consentono a vari tipi di handicap, sensoriali e motori, di stare per esempio al timone e, nel caso della navigazione costiera, nuove mansioni si aggiungono: es. comunicazioni radio, meteorologia, determinazione della rotta. Anche nel caso di passeggero-spettatore non c’è mai una partecipazione passiva, proprio per la globalità dell’esperienza intesa sia in termini sensoriali che di relazione.

La relazione: l’estraneità dell’ambiente marino rende nuova e diversa la presenza dell’Altro. È un Altro ravvicinato, in uno spazio compresso, indossa ruoli sconosciuti, modula codici secchi e misteriosi: è un Altro con il quale si deve “cooperare”.

La barca diventa un acceleratore sociale, un moltiplicatore delle dinamiche di gruppo: la vela si avvicina così alla terapia ed un senso compiuto al termine integrazione ed estende il suo campo all’handicap psichico.

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